Nel 2002 il DJ Antonio Frasca, chiese a Fabrizio Rizzone di suonare musica italiana nel suo locale, il "Velavevodetto" di Marina di Ragusa. Prima di accettare l'incarico, Fabrizio Rizzone si trasferì per una settimana nel negozio di dischi "Carillon" di Ragusa per saccheggiarlo dei CD di musica Italiana che riteneva appropriati alla sua visione di un dj set di quel tipo. Ne venne fuori una serata divisa in due parti. Dinner e Dance. Durante la prima parte, in concomitanza con la cena, gli avventori venivano deliziati principalmente con canzoni italiane degli anni '50 e '60 con rare incursioni nei decenni successivi mentre verso mezzanotte il ritmo saliva fino a trasformare il "lounge bar" in "disco bar". L'idea di una selezione così particolare e ricercata per la cena nonchè del ritmo incalzante dei brani per il ballo da cantare a squarcia gola, ha premiato l'iniziativa con un grandissimo successo di pubblico, tanto da trasformare la domenica del Velavevodetto in un appuntamento cult della movida Ragusana.
Podcast
Da zero a cento
Domenica 22/03/2020: "Era il 2005, il 2006 o il 2007...o forse tutti e tre gli anni… la domenica sera montavo i miei giradischi al Velavevodetto di Marina di Ragusa. Ordinavo la mia solita pizza “Gialla Gialla” e subito dopo iniziavo a mixare per chi cenava. La serata si chiamava “Med in itali” e prevedeva la selezione di musica italiana. Per la cena volevo creare l’atmosfera giusta mantenendo i BPM bassi. Come nel resto della serata, alternavo brani vecchi degli anni ’60, ’70 e ’80 con brani recenti fino a quelli appena usciti. Così facendo accontentavo tutti, giovani e meno giovani e poi avevo l’occasione di riascoltare canzoni con cui ero cresciuto. Dai 45 giri degli anni ’60 dei miei genitori, alle cassette che mio padre comprava per i suoi viaggi in auto durante gli anni ’80 e ’90. Paolo Conte, Adriano Celentano, Vasco Rossi, Patty Pravo… o anche Articolo 31, Lunapop, Sugarfree e Simone Cristicchi, tra i più nuovi. Questa prima parte della serata, come colonna sonora della cena la chiamavo “da zero a cento” perché la velocità dei brani andava di solito dai lenti ai 100 BPM. Così, in questo periodo di restrizioni e di solitudine dovuta al covid-19, ho voluto regalarvi 2 ore e mezza della musica che avete ascoltato in quegli anni al Velavevodetto. In perfetto stile cena della domenica al Velavevodetto. Un abbraccio a tutti quelli che con la loro presenza hanno reso uniche quelle serate spensierate. Da Antonio e Giancarlo a tutti i ragazzi della cucina, del bar e della sala. Dalla coppia silenziosa del tavolo 1, all’ultimo ubriaco con la cravatta in testa che abbiamo accompagnato fuori per poter chiudere. Grazie."
Oltre cento
Domenica 29/03/2020: "Domenica scora vi ho regalato il mixato di musica italiana tipico della cena al Velavevodetto intorno all'anno 2006... ... oggi ricordiamo quel momento tra la cena e il ballo. Un bravo dj deve guardare cosa succede in pista... nel mio caso osservavo se tutti gli avventori avessero finito di cenare per poter alzare il volume e dare inizio alle danze. Ovviamente non tutti finivano nello stesso momento, per cui c'era un periodo della serata in cui mixavo canzoni da cantare ma un po' più ritmate... alzando piano piano il volume. Per me era il momento più difficile della serata. Riuscire a stare in bilico tra il tipo che "abbassa che non riusciamo a parlare" e il "facci ballare", era davvero una sfida. Per fortuna questo limbo durava circa un'ora, come il mixato che oggi vi regalo. Al solito alternavo canzoni vecchie e nuove, da Gino Paoli a Meneguzzi, per intenderci. Anche la durata dei brani si accorciava per non annoiare, alternavo mix più veloci, limitando i brani a una strofa e un'inciso a canzoni che lasciavo fino alla fine o quasi. La scelta più importante erano gli ultimi brani di questa serie che dovevano traghettare tutti verso il ballo... ma questa è un'altra storia! Un abbraccio a tutti e buon ascolto!"
Ultra
Domenica 05/04/2020: "Per terminare la trilogia dei mixati all'epoca del Velavevodetto, ecco l'ultima parte dedicata al ballo. Un mixato di "solo" tre ore.
Il momento di iniziare a dare volume e ritmo alla serata era dettato da Antonio, con il suo "dammi il microfono". Antonio presentava la serata e con il suo solito modo di parlare al microfono, incitava al divertimento e al ballo, mentre io alzavo il volume al massimo e partivo con la prima canzone di questa sequenza frenetica. Si ballava davanti al bar, nella sala, sui tavoli e anche nella verandina o per strada (spesso bloccando il passaggio delle auto). Come ogni sequenza da ballo, ha i suoi punti di forza e di riempimento. C'era musica per i più nostalgici e per i rockettari, per i sanremesi e per i politicizzati o per i "falla girare". Ma dopo tanta frenesia si deve anche rallentare per chiudere nel migliore dei modi la serata. Ed ecco quindi che ho aggiunto due brani più morbidi alla fine per accompagnarvi fuori dal locale, sudati, felici e pronti a raccontare tutto agli amici assenti e a tornare la domenica successiva."